2 giu 2021

LO SQUALIFICATO

"La mia è stata una vita di grande vergogna".
La storia che inizia con questa frase è uno dei capolavori di Dazai Osamu (1909-1948) ed è uno dei romanzi più venduti del Giappone.

Questo romanzo appartiene ad un genere letterario giapponese "Romanzo dell'Io" che indica un tipo di romanzo confessionale dove gli eventi nella storia raccontata corrispondono agli eventi della vita dell'autore e che fu nato dal movimento naturalista all'inizio del XIX secolo. Infatti, i singoli particolari di questa storia si rifanno all'esperienza individuale dello stesso Dazai, e si potrebbe anche considerare la sua autobiografia, appena trasposta in forme narrative.

Dazai Osamu è uno scrittore giapponese. Nacque in una famiglia di ricchi proprietari terrieri nel Nord del Giappone. Era bravo alla scuola elementare ed a quella media, e durante la scuola superiore, si distinse già per le sue doti letterarie. Si iscrisse all'università di Tokyo, alla facoltà di Letteratura Francese, ma abbandonò gli studi per dedicarsi completamente alla vita letteraria. In seguito pubblicò varie opere di grande successo, ma la sua vita non è stata facile. Era sensibile ed emotivamente instabile e si dava all'alcol, alle donne e alla droga. Tentò di suicidarsi ripetutamente, finché al quarto tentativo riuscì infine a morire gettandosi nel fiume con un'amante lasciando la moglie e tre bambini (anche un'altra amante e una bambina avuta da lui), quando ormai era al picco della sua fama.

Dazai morì un mese dopo aver finito di scrivere questa storia il 12 maggio del 1948, per cui questo romanzo è considerato anche il suo testamento letterario. E poi fu pubblicato il 25 luglio, un mese dopo la sua morte (il 13 giugno). 

È la storia d'un uomo che si sente rifiutato dalla società.
Gli è precluso l'affetto del padre, gli amici si approfittano di lui, e lui, a sua volta è crudele con le donne che lo amano… 
L'uomo assume un falso carattere, inganna gli altri, commette i peccati irreparabili, e marchia se stesso come "squalificato". È un libro tutt'altro che allegro, ma non è così doloroso né pesante come si teme.
Quando l'avevo letto più di 30 anni fa, ero rimasta molto colpita dalla sregolatezza del protagonista. Ma ora che l'ho riletto, ho trovato tanti punti per cui provo simpatia per lui pensando che alla fine la nostra vita è piena di contraddizioni. Non vorrei però avere a che fare con qualcuno come lui...
Anche questo libro l'ho letto un po' qui un po' là, nei piccoli ritagli del tempo...
Il monte Yoshino dove abbiamo trascorso la seconda metà del Golden Week era bellissimo.
Il Tempio di Kinpusenji fa parte di un ordine che pratica l'ascetismo montano dello Shugendo che ha radici sia nello shintoismo che buddismo, ed è uno dei più importanti dello Shugendo.
L'edificio principale del tempio che è la seconda struttura in legno più grande del Giappone è imponente e bellissimo.
Ho copiato quest'immagine dall'homepage dell'Associazione turistica di Yoshino
All'interno di questo edificio, vengono custodite queste tre statue di Zao Gongen con la pelle blu che sono aperte al pubblico solo in primavera e in autunno.
Il blu di lapislazzuli era impressionante. Non ho mai visto le statue di questo colore. E anche la loro grandezza di circa 7 metri e le loro figure vigorose, viste da vicino sono impressionanti.
Anche qui il verde degli aceri era meraviglioso.
Il tempio scintoista Yoshimizu è collegato a diverse figure importanti della storia del Giappone.
L'imperatore Godaigo, che regnò nel 1300, utilizzò questo santuario come la corte imperiale quando fu costretto a ritirarsi da Kyoto per un breve periodo.
Quando il cielo si è rischiarato, mi sembrava che le montagne ci avesse dato il benvenuto...
Il panorama delle montagne con tutte le sfumature di verde e i fiori di glicine sembra fosse fatto di diversi pezzi di stoffa cuciti in patchwork... il villaggio Yoshino è famoso per la fioritura dei ciliegi che ricopre tutte le montagne(la fioritura dei ciliegi in primavera), ma anche quel periodo di tutto verde e tranquillo mi è piaciuto molto...

4 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Che luogo meraviglioso, si prova un senso di serenità già solo a guardare le foto :-)
"Lo squalificato" l'ho letto, però era una traduzione in italiano non dal testo originale giapponese, ma dalla traduzione inglese di Donald Keene, e c'erano tante frasi che suonavano strane, goffe... Vorrei rileggerlo in una traduzione fatta meglio.

Mirtillo14 ha detto...

Le foto sono, come sempre bellissime !! I luoghi con tutto quel verde, danno un senso di serenità. Il libro è interessante, non l'ho mai letto, sicuramente quella dell'autore non è stata una vita facile!! Saluti.

Nyu Egawa ha detto...

Non ho mai letto "Lo squalificato" ma mi sembra interessante! Cercherò di prenderlo!

Le statue di Zao Gongen fanno un po' paura! ^^

Titti ha detto...

@ Ariano Geta
a dire la verità, anche questa traduzione purtroppo non è fatta bene, e ho dovuto rileggere il testo originale giapponese. Mi dispiace...

@ Mirtillo 14,
da voi è arrivata l'estate?

@ Nyu,
spero che ti piaccia...