8 set 2023

I PIACERI DELLA LETTERATURA GIAPPONESE

È un libro che raccoglie cinque saggi basati sulle conferenze che Donald Keene tenne alla New York Public Library, al Metropolitan Museum of Art e alla University of California di Los Angeles tra il 1986 e il 1989.

Keene (New York, 6 giugno 1922 – Tokyo, 24 febbraio 2019) è stato un saggista e traduttore statunitense, e uno dei massimi esperti mondiali di letteratura e cultura giapponese.

Dopo 35 anni in cui visse alternativamente a New York e a Tokyo per sei mesi ciascuna, nel 2011 quando quel terremoto colpì il Giappone, decise di naturalizzarsi giapponese e stabilirsi per sempre in Giappone.

E per incoraggiare la gente terremotata, tenne le conferenze nella regione colpita.
"È strano, ma nei racconti e nelle poesie antiche giapponesi si descrivono raramente i terremoti né i maremoti. Invece di piangere la crudeltà della natura e abbandonare le rovine, le ricostruirono più belle a più riprese. Ecco questi sono giapponesi." "Tutte le cose sono state distrutte, ma se aveste soltanto il senso estetico nella mente, sicuramente potreste ricostruirle."

In questo libro dall'estetica giapponese alla poesia, narrativa e teatro giapponesi Keen racconta la storia della letteratura giapponese di più di un millennio.

Nel capitolo "L'estetica giapponese", indica quattro caratteristiche del senso estetico dei giapponesi (la suggestività, l'irregolarità, la semplicità e la deteriorabilità) e citando "Ore d'ozio", una raccolta di saggi brevi che il sacerdote Kenko scrisse tra il 1330 e il 1333, approfondisce il tema.

Nei capitoli "La poesia giapponese" e "Gli usi della poesia giapponese", partendo dalla prima poesia giapponese che compose il dio Susanoo nell'era degli dèi nella prefettura di Shimane e che è riportata nel Kojiki (Un racconto di antichi eventi), racconta la varietà di poesie che sono state compose dall'VIII fino al XX secolo, ma soprattutto le poesie di Manyoshu (la raccolta di poesie compilata al 770), ed i waka (le poesie che constano di trentuno sillabe) di Kokinshu (la raccolta di poesie compilata nel 905 da ufficiali di corte. 

Nel capitolo "La narrativa giapponese", analizza l'origine del più antico esempio di genere "monogatari, la Taketori Monogatari (Storia di un tagliabambù) che sia stata scritta nel 910. E racconta gli sviluppi della narrativa giapponese, dalla Ise Monogatari (X secolo), la Storia di Genji (1008), la Storia della famiglia Taira (prima del 1240) fino al Koshoku Ichidai Otoko, il primo romanzo di Saikaku che fu pubblicato nel 1682, la raccolta Ugetsu Monogatari (Racconti di pioggia e di luna, 1776) di Ueda Akinari, il Nanso satomi hakkenden (Cronache degli otto cani) che scrisse Takizawa Bakin impiegando 28 anni dal 1814 al 1842.

Nel capitolo "Il teatro giapponese", spiega il gigaku che è la più antica forma di spettacolo, le danze bugaku, il no che è una particolare forma drammaturgica perfezionata nel XIV secolo, il kabuki che è un genere di dramma svolutosi nel XVII e il Bunraku che il teatro di marionette ed è la più antica forma di intrattenimento teatrale giapponese risalente all'VIII secolo.

Tutti i capitoli sono molto interessanti e più volte sono rimasta sorpresa dal suo punto di vista diversa dalla nostra. È un libro pieno dell'amore dell'autore per la cultura giapponese che vorrei rileggere ripetutamente. Lo consiglio a chi ama la letteratura giapponese, ma spero anche che per chi non lo è questo libro diventi una nuova scoperta.
Una delle poesie più famose di Manyoshu fu composta in questo luogo che nei tempi antichi si chiamava Iware.

Il principe Ōtsu (663 – 686) era un promettente successore di suo padre al trono imperiale, ma fu costretto a suicidarsi dopo che le false accuse di ribellione furono mosse contro di lui dalla sua zia al fine di mettere il proprio figlio al trono.

Prima di morire, compose la poesia d'addio sulla riva di questo stagno.

Momozutau / iware no ike ni / naku kamo wo / kyō nomi mite ya / Kumokakuri nan 
Le anatre selvatiche cantano sulla riva dello stagno di Iware. Oggi le ho viste per l'ultima volta e domani dovrò morire...
Dal V secolo al VI secolo in questa zona Iware in provincia di Nara si trovava il palazzo imperiale. Guardando questo paesaggio rurale e tranquillo, non posso credere che questo luogo fosse il centro dell'origine del Giappone.
Torta di maccha (tè verde)
Non so se sia a causa del caldo eccezionale di quest'estate o sia per l'età che ho, ma in quest'estate stavo poco bene... ora che finalmente le mattine e le sere si sono rinfrescate e si sente l'aria d'autunno, spero che il caldo non torni più...

6 commenti:

Mirtillo14 ha detto...

Anch'io , durante le settimane più calde, non sono stata ne. Ora fa ancora caldo ma stiamo tutti meglio. Il dolce deve essere delizioso e i paesaggi giapponesi sono sempre affascinanti. Un caro saluto.

Nyu Egawa ha detto...

Il caldo è stato molto forte anche da me. Purtroppo non c'è ancora un vero fresco ma sicuramente il clima è un poco migliorato!

Ariano Geta ha detto...

Anche io quest'anno ho sentito un'enorme stanchezza come mai mi era successo prima, temo che sia l'età...
Il saggio di Donald Keene sembra davvero molto interessante.

Rajani Rehana ha detto...

Please read my post

Rajani Rehana ha detto...

Beautiful blog

Titti ha detto...

@ Mirtillo 14,
finalmente l'autunno è arrivato e spero anche da voi!

@ Nyu,
spero che anche da voi è arrivato l'autunno...

@ Ariano Geta,
siamo quai coetanei...

@ Rajani,
grazie!