28 gen 2019

IL CODICE DEI SAMURAI HAGAKURE

È la raccolta dei brani scelti del libro scritto verso il 1716 da un samurai del feudo di Saga, Yamamoto Tsunetomo. Quando aveva 42 anni, il suo feudatario morì e decise di farsi monaco e isolarsi in un eremo.

Circa 10 anni dopo un samurai Tashiro Tsuratomo lo visitò, gli chiese le istruzioni e iniziò a registrarle. E così dopo 6 anni completò Hagakure, l'opera che trasmette l'essenza dei samurai.

All'inizio dell'opera Tsunetomo espresse il suo fermo desiderio che il libro non venisse pubblicato ma dato alle fiamme. Perché nel libro sono raccontate le brutte figure e i pasticci dei samurai del loro feudo con i suoi commenti severi, temeva di attirare il risentimento dei samurai del feudo di Saga.

Ma quello che aveva registrato Tsuratomo fu copiato a mano di varie persone, e fu tramandato da una generazione all'altra. Ma comunque era rispettata la sua volontà di non pubblicarlo finché non fosse pubblicata la prima edizione solo nel 1906.

"Ho scoperto che la Via dei samurai consiste nella morte". È la frase più famosa di questa opera. Visto che durante la guerra seconda mondiale questa frase è stata strumentalizzata per sollevare il morale dei soldati, spesso viene interpretata male come il samurai deve morire eroicamente.

Ma nella parte seguente c'è scritto che "Ogni mattina e ogni sera dovremmo continuamente pensare alla morte, se da sempre ci sentissimo già morti, saremo liberi di muoverci in ogni situazione e potremmo adempiere il nostro compito senza commettere un errore per tutta la vita".

Cioè la morte che l'autore indica non è la morte reale, ma l'eliminazione dell'io, cioè lo stato d'animo di essere già morto. Quindi la frase significa che se ci sentissimo già morti, potremmo sentirci liberi e impegnarci a fondo.

Ecco è la Via dei samurai che anche a noi dà i suggerimenti per vivere quest'epoca difficile.

In questo libro ci sono scritti anche i consigli pratici come un modo di rifiutare cortesemente l'invito del boss antipatico di bere un sake insieme, un modo di consolare i subordinati che hanno commesso gli errori, o un modo di trattenere uno sbadiglio davanti agli altri.

Così si potrebbe leggere anche al giorno d'oggi come un manuale dell'etichetta. Pensavo che la codice dei samurai fosse un libro formale e difficile e non avesse a che fare con me, ma leggendo questo libro ho riconosciuto che la codice dei samurai costituisce la base della nostra etica e il nostro criterio del modo di pensare e agire.
È stato per me una nuova scoperta.
Dopo un mese dal solstizio d'inverno, i giorni si sono allungati un po'. Non vedo l'ora che arrivi presto la primavera...

4 commenti:

Ariano Geta ha detto...

L'ho letto, però in un'edizione parziale che includeva solo alcuni brani.
La frase relativa alla "morte" me la ricordo, molto significativa.

Nyu Egawa ha detto...

Questo genere di libri mi incuriosisce molto, c'è sempre da scoprire qualcosa di nuovo su se stessi.

Gus O. ha detto...

Non ho letto il libro.
Ciao.

Titti ha detto...

@ Ariano Geta,
ma l'hai già letto!

@ Nyu,
spero che ti piaccia...